Nel marzo del 1902, su progetto dell’Ing. Cernuschi, iniziavano i lavori dei primi dodici appartamenti a schiera di quello che successivamente sarà identificato dai Palazzolesi come Largo Case Operaie.Da quel lontano 1902, l’originaria Cooperativa continuò ad operare nel campo delle abitazioni popolari fino al 1955, per poi limitarsi alla sola gestione e manutenzione di questo consistente patrimonio storico-abitativo. Quasi tutti questi edifici rispondevano ad una logica progettuale pressoché identica e ripetitiva, sia sotto l’aspetto strutturale che tipologico e funzionale. Per quel tempo si trattava di appartamenti di lusso, ognuno provvisti di focolare con relativa canna fumaria, latrina esterna sul vano corridoio-scale e per i più fortunati il bagno con vasca di graniglia nel sottotetto. Purtroppo, come si sa, il trascorrere del tempo porta inevitabilmente all’invecchiamento delle cose e delle persone e quello che originariamente era considerato un lusso abitativo, dopo cento anni è al limite dell’accettabilità e spesso sotto le soglie minime del vivere civile. Oggi, dopo un lungo iter tecnico e amministrativo è finalmente iniziato il recupero edilizio di questo patrimonio abitativo; si inizia dall’edificio detto il “ Bersaglio “ per poi proseguire con quello della ”Privativa“; il tutto nell’arco temporale di tre anni. Questo primo articolo si limita all’analisi tecnica e progettuale del fabbricato oggetto di ristrutturazione, gli altri a seguire saranno paralleli all’iter dei lavori, in un ottica di un corretto e proficuo scambio informativo. Il fabbricato detto “Il Bersaglio“, costruito nel 1907, presenta una pianta rettangolare con un fronte di 35,10 mt., una profondità costante di 10,20 mt. ed un’altezza di 11,00 mt.; il tutto per una superficie lorda coperta di mq. 395, che si ripete costantemente sui quattro livelli: tre residenziali con altezza media di 3,00 mt. ed un sottotetto con altezza in gronda di mt. 1,55 ed in colmo di 3,58 mt. Sul fronte ovest originariamente si evidenziavano in aggetto ed intervallati tra loro i tre blocchi dei servizi igienici che successivamente furono modificati attraverso l’accorpamento di due di essi in un unico blocco.
Dal punto di vista tipologico il fabbricato è costituito da tre moduli rettangolari di circa 11,50×10,20 mt. accostatitra loro sul lato breve. Ogni modulo, al piano terra, è diviso simmetricamente in due parti da un corridoio passante con ingressi contrapposti e vano scale laterale a “L”. Questo asse (corridoio) funge da elemento di separazione dei due bilocali al piano terra. Lo stesso modulo si ripete poi ai piani successivi, recuperando parzialmente una parte terminale del corridoio a superficie residenziale in modo da ricavare un bilocale a destra ed un trilocale a sinistra, sempre con le rispettive latrine esterne all’abitazione. Strutturalmente ogni modulo presenta una muratura perimetrale mista di mattoni, pietre e sassi con spessore medio di 55 cm. ed una spina centrale anch’essa di analoghe caratteristiche ma con spessore inferiore (circa 40 cm); su queste si posizionano i solai , costituiti da travetti lignei con sovrastante assito, sottofondo in malta e superiore pavimento in cotto. Sotto i travetti sono rivestiti da un cannucciato intonacato. Il tetto presenta una struttura lignea portante costituita da: una doppia trave di colmo, all’interno delle quale si snodano le canne fumarie, puntoni ad intervalli di 4 mt., terzere e radici perimetrali. Perpendicolarmente si sviluppano i travicelli con sovrastante assito alternato, listelli e manto di copertura in tegole di cotto. Dal punto di vista impiantistico l’edificio presenta elementi tecnologici minimi e molto vetusti e ad eccezione di alcuni casi sporadici il riscaldamento è affidato ancora alle vecchie stufe.
Il “Bersaglio“ seppur decoroso ad un primo impatto visivo, in realtà nasconde condizioni di degrado piuttosto evidenti e preoccupanti : sia nella muratura portante gravemente fessurata, priva di fondazioni e variegatamene composta da sassi, pietre e terra di campo; sia nella struttura lignea dei solai, dove molti presentano gradi di flessione gravi poiché sovraccaricati oltre ogni limite da caldane in calcestruzzo e da nuove pavimentazioni; sia per quanto concerne gli intonaci esterni con presenze di bolle e stacchi di superficie; sia per l’impiantistica generale non a norma; sia per gli aspetti igienico sanitari minimi e per ultimo, considerando le numerose persone anziane, l’impossibilità a superare le barriere architettoniche presenti.
Ala luce delle suesposte valutazioni, l’intervento progettuale di recupero si articola in quattro direttrici principali:
- Il recupero e la conservazione degli elementi stilistici e tipologici che caratterizzano il complesso “Largo Case Operaie”. (conservazione dell’immagine)
- Il consolidamento statico delle strutture murarie verticali con sottomurazioni e ricostruzioni integrative (scucicuci), il rifacimento dei solai con latero cemento e il rifacimento dei tetti lignei, con materiali dalle caratteristiche tecniche e morfologiche similari.
- L’adeguamento tecnologico degli impianti elettrici, di riscaldamento ed igienico/sanitario per tutti gli alloggi.
- La dotazione di collegamenti verticali (ascensori) che rendano le abitazioni conformi a quanto previsto della Legge N°13/89.
Il primo punto è perseguito attraverso il recupero e la conservazione degli elementi propri e specifici delle “Case Operaie”: la tipologia delle facciate con i suoi elementi decorativi: modanature, marcapiani, archivolti, infissi; la tipologia del tetto a padiglione ed il tipo di copertura con tegole. Tale ottica di conservazione è favorita dall’ attinenza che lo stato di fatto presenta con l’esigenza delle regole progettuali di una nuova articolazione e fruizione degli spazi interni.
La struttura muraria verticale, pur presentando grosse problematiche statiche, sarà recuperata con interventi mirati di consolidamento; molto più complessa ed articolata si presenta, all’analisi dello stato di fatto la struttura lignea dei solai e del tetto.Nel caso specifico delle strutture orizzontali la sostituzione integrale dei solai è l’unica soluzione possibile, poiché gli stessi sono costruiti con materiale ligneo di risulta di variegate dimensioni ed è gravemente compromesso. Per il tetto, invece, è previsto un intervento misto di tipo conservativo in modo da integrare in un insieme omogeneo consolidamento e rifacimento.
Il terzo punto progettuale si pone l’obiettivo di dotare ogni unità abitativa di una impiantistica che risponda ai requisiti di sicurezza e rispetti le disposizioni delle legge vigenti. Per quanto riguarda l’adeguamento igienico sanitario, ogni abitazione sarà dotata di un proprio servizio autonomo, mantenendo come l’originaria caratteristica tipologica la sua collocazione esterna ma adiacente all’abitazione ed accessibile direttamente da essa.
Il collegamento interno ai vari piani è garantito dalla collocazione di tre ascensore a norma L. 13/89 che si affacciano sugli spazi distributivi dei collegamenti verticali e orizzontali.
A ristrutturazione ultimata, prevista tra un anno, saranno disponibili i primi diciotto alloggi (dodici bilocali e sei trilocali) perfettamente rispondenti ad una nuova qualità dell’abitare.